Quando dicembre profuma di torba e whiskey
“Christmas in Ireland smells of turf fire and tastes of plum pudding.” – Maeve Binchy
C’è un momento preciso in cui capisci che il Natale irlandese è diverso da tutti gli altri. Non è quando vedi le luci di Grafton Street a Dublino (belle, per carità, ma le trovi ovunque). Non è nemmeno quando assaggi il primo mince pie della stagione.
È quando entri in un pub il 24 dicembre e trovi tre generazioni della stessa famiglia che cantano insieme “Fairytale of New York” – quella canzone che parla di sogni infranti e amore imperfetto, e che in qualche modo è diventata un inno natalizio.
Tra tre settimane sarò lì. Wild Atlantic Way d’inverno, con la mia amica Serena. Lei non ha mai visto l’Irlanda, io ci torno come si torna da una vecchia amica. E mentre pianifichiamo il viaggio, mi ritrovo a pensare a tutte le tradizioni che rendono il Natale irlandese così diverso da quello che conosciamo noi.
Le 12 notti di Natale (quelle vere)
Dimentica il countdown dell’Avvento. In Irlanda, il Natale inizia il 24 dicembre e finisce il 6 gennaio, con le famose “Twelve Days of Christmas”. Non è una canzone. È un vero e proprio periodo sacro, un tempo sospeso in cui il mondo rallenta.
La tradizione vuole che durante queste dodici notti il velo tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti sia più sottile. I Celti credevano che i loro antenati tornassero a visitarli, ed è per questo che molte famiglie irlandesi lasciano ancora una candela accesa alla finestra il 24 dicembre – per guidare i viaggiatori (e gli spiriti) verso casa.
Ma c’è di più. La candela nella finestra ha anche un significato storico più recente: durante le persecuzioni religiose, era un segnale per i preti cattolici che in quella casa erano i benvenuti. Una luce di resistenza che è diventata simbolo di ospitalità.
Little Christmas: quando le donne comandano
Il 6 gennaio in Irlanda si chiama Nollaig na mBan – il Natale delle Donne. È il giorno in cui tradizionalmente le donne riposavano dopo tutto il lavoro natalizio, mentre gli uomini si occupavano della casa e dei bambini.
Oggi è diventato un giorno in cui le donne escono insieme, vanno al pub, al ristorante, si prendono del tempo per sé. È una tradizione che adoro – questa idea che il Natale non finisca con i regali sotto l’albero, ma con un momento di celebrazione tutto femminile.
In alcune zone rurali, le donne si riuniscono ancora per smontare le decorazioni natalizie insieme, chiacchierando e bevendo tè (o qualcosa di più forte). È un rituale di chiusura, un modo per salutare il Natale con grazia.
Il Wren Day: quando i ragazzi si vestono di paglia
Il 26 dicembre, St. Stephen’s Day, l’Irlanda si trasforma. In molti villaggi, gruppi di persone vestite con costumi di paglia e maschere vanno di casa in casa suonando musica tradizionale e chiedendo offerte. Li chiamano “Wren Boys” o “Mummers”.
La tradizione risale a tempi antichissimi e ha a che fare con lo scricciolo (il “wren”), un uccellino che secondo la leggenda tradì i soldati irlandesi durante una battaglia. La punizione simbolica dello scricciolo è diventata nel tempo una celebrazione rumorosa e colorata.
Oggi il Wren Day più famoso si tiene a Dingle, nella penisola dove mi piacerebbe portare Serena un giorno. È uno spettacolo surreale: figure coperte di paglia che danzano per le strade, bodhrán che rimbombano, bambini che ridono. L’Irlanda che non ti aspetti.
La tavola irlandese: più che cibo
Il Christmas Dinner irlandese è un affare serio. Tacchino arrosto (introdotto solo nel XX secolo, prima era l’oca), prosciutto glassato al miele, cavoletti di Bruxelles, e patate in almeno tre forme diverse – perché siamo pur sempre in Irlanda.
Ma il piatto che mi affascina di più è il Christmas Pudding. Non perché sia buono (è un gusto acquisito, ammettiamolo), ma per il rituale che lo circonda. Il pudding si prepara settimane prima, durante lo “Stir-Up Sunday”, e ogni membro della famiglia deve girare l’impasto esprimendo un desiderio. Una monetina viene nascosta all’interno: chi la trova avrà fortuna nell’anno nuovo.
C’è qualcosa di profondamente umano in questi rituali. In un mondo dove tutto accelera, l’Irlanda ha conservato l’idea che il tempo va rallentato per le cose importanti.
Il pub: la chiesa non ufficiale d’Irlanda
Se c’è un luogo dove il Natale irlandese prende vita, è il pub. Il 24 dicembre, i pub irlandesi vivono il loro momento più intenso dell’anno. È tradizione uscire con gli amici d’infanzia, quelli che magari non vedi per tutto l’anno, e ritrovarsi al bancone del pub del paese.
Lo chiamano “Going on the Lash”, e non è (solo) una scusa per bere. È un rituale sociale, un modo per riconnettersi con le proprie radici.Probabilmente passeremo il Capodanno così, Serena e io e i miei amici irlandesi. In un pub della Wild Atlantic Way, con qualcuno che suona il bodhrán, circondati da facce arrossate dal vento e dalla Guinness. È il modo giusto.
Cosa portarsi a casa
Non sto parlando di souvenir. Parlo di quello che l’Irlanda natalizia ti insegna:
L’arte del tempo lento. Dodici giorni di festa non sono un eccesso – sono un modo per dire che alcune cose meritano di durare.
L’importanza del ritorno. I pub pieni di emigrati che tornano a Natale ci ricordano che le radici contano, anche quando viviamo altrove.
La bellezza dell’imperfezione. “Fairytale of New York” è la canzone natalizia più amata non nonostante parli di sogni infranti, ma proprio per quello. L’Irlanda non nasconde le crepe – le celebra.
☘️ INFO PRATICHE
Quando andare per il Natale: Dal 20 dicembre al 6 gennaio per vivere tutto il periodo festivo Temperature: 4-8°C, pioggia frequente (ma leggera) Da non perdere: I mercatini di Galway, il Wren Day a Dingle (26/12), i pub il 24 dicembre Consiglio pratico: Prenota i ristoranti per il 25 dicembre con largo anticipo – molti chiudono
Mancano 20 giorni al mio viaggio in Irlanda. Se vuoi seguire le avventure in diretta, iscriviti alla newsletter, trovi il link qui: Fra Sogni e Valigie


